Nr. 38
OMEOPATIA
Medicina Omeopatica e Omeopatia.
Le
metodologie e le conclusioni che derivano dalla filosofia
omeopatica di Hahnemann e Kent possono essere migliorate
ma non possono essere cambiate nell’essenza che le
accomuna con il fondamento filosofico, altrimenti si finisce
per fare qualcosa di diverso dall’Omeopatia.
La
si deve migliorare rendendola più coerente con se
stessa e non certo scomponendola, come se l’Omeopatia
fosse una somma di parti che abbiano un senso anche separate
le une dalle altre.
Non
si può pensare di fare Omeopatia semplicemente perché
si utilizzano i rimedi, andandone però a snaturare,
negare, i fondamenti e la filosofia. Così facendo
si potrà creare un nuovo tipo di sistema o un sottosistema
dell’Omeopatia, ma non si potrà affermare di
fare Omeopatia.
In
questo senso nasce e si afferma, grazie alla coerenza di
una propria particolare visione, l’Omotossicologia,
che pur avendo molto in comune con l’Omeopatia non
si è certo appropriata del suo nome.
In
generale invece le varie metodologie che nascono dall'Omeopatia
non trovano una loro definizione autonoma e nemmeno principi
propri. Vogliono
rifarsi sempre al nome di Omeopatia ma ne negano volontariamente
o di fatto quelli che sono dei fondamenti imprescindibili
se si vuole poter dire di operare e ragionare omeopaticamente.
Non
dobbiamo confondere una metodologia omeopatica con l’Omeopatia.
Una
metodologia è solo un uso di una parte di principi
e di una parte dei metodi.
La
distinzione fra un omeopata e colui che utilizza solo una
metodologia è appunto che il primo utilizza i metodi
in funzione dell’applicazione del principio, mentre
il secondo concentra la sua attenzione solo sul metodo e
segue una filosofia lontana da quella omeopatica, si basa
su esperienze empiriche slegate fra loro, la sua azione
è permeata da confusione e spesso non si rende conto
esattamente di quali sono i principi che sta applicando.
Coloro
che usano metodologie invece che principi sono purtroppo
la maggioranza. Usare i principi spinge verso la coerenza:
la coerenza è fonte di salute, ed è molto
difficile da sostenere.
I
medici omeopati che seguono i metodi invece che i principi
continuano a ragionare da allopati, infatti l’Allopatia
segue dei metodi invece che dei principi.
Scrive
Kent: «L'omeopatia afferma che la pratica della medicina
è governata da principi. Si può dire che prima
di Hahnemann non sia mai stato accettato alcun principio
fondamentale della medicina e ancor oggi la teoria e la
pratica della vecchia scuola denotano questa mancanza. »
Lacuna
che a tutt’oggi non è ancora stata colmata.
L’approccio
empirico con cui vengono ricavati i farmaci e poi abbandonati
ne è la dimostrazione più lampante.
Basti
pensare che in America hanno stabilito che d’ora in
avanti i farmaci pediatrici devono essere sperimentati direttamente
sui bambini, perché hanno costatato troppi e troppo
dannosi effetti collaterali
utilizzando quelli sperimentati sugli animali e questo perché
ovviamente i due organismi (bambino-animale) non sono compatibili.
Questa,
che doveva essere una conclusione di una riflessione di
principio, è stata formulata invece per via empirica
a danno di tanti bambini.
Scrive
Kent: «La vecchia scuola riconduce la pratica medica
interamente all'esperienza, ai dati raccolti dietro somministrazione
di farmaci ai malati. La continua successione dei metodi
e delle teorie, la rapidità delle scoperte e il loro
altrettanto rapido abbandono confermano pienamente la sua
totale adesione a una fede pragmatica.»
E
continua Kent: «Proprio da qui l'Omeopatia si separa
dall'Allopatia, qui ha origine la grande divisione fra le
due scuole. Vi sono principi che sostengono la prassi medica:
ecco ciò che l'Omeopatia afferma.
I
medici della vecchia scuola hanno ragione, apparentemente,
nel negare l'esistenza di principi, poiché affrontano
il problema dal punto di vista dei metodi loro propri. Essi
considerano solo le conseguenze empiricamente riscontrabili
della malattia e negano o ignorano i problemi inerenti alla
natura dell'uomo, che cosa sia, donde venga e che cosa lo
caratterizzi nella malattia e nella salute. Non si pronunciano
sull'uomo, se non come aggregato di tessuti; individuano
la malattia nelle alterazioni tissulari a cui riducono l'intera
patologia. Di
fatto essi affermano che la malattia esiste senza una causa.
Essi accettano solo ciò che si può toccare
con mano e vedere con gli occhi, o comunque percepire con
i sensi, tutt'al più coadiuvati da strumenti perfezionati.
Il microscopio è un'estensione degli organi di senso
del medico e i dati patologici osservati al microscopio
vengono ritenuti gli elementi esaustivi della malattia,
divenuta così evento senza alcun antecedente. Questo,
in sintesi, è l'insegnamento allopatico relativo
alla natura della malattia.
L'Omeopatia,
invece, è consapevole dell'esistenza di qualcosa
che viene prima di questi effetti. Ogni scienza insegna,
e ogni indagine dimostra, che ciò che esiste è
riconducibile a un antecedente causale. Solo partendo da
questa premessa è possibile rintracciare la concatenazione
di cause ed effetti dall'inizio alla fine e, viceversa,
risalire dalla fine all'inizio. In questo modo si arriva
a un punto in cui non si formulano più soltanto ipotesi,
ma si sa.»
E
tutto questo viene confermato, dagli stessi medici.
Da
– Omeopatia, tradizione e attualità –
Dr. Valter Masci, dir. Scuola di Omeopatia SMB-Italia:
«Ora
il problema che si pone e che suscita la prima domanda è
il seguente. Il concetto di "sistema" si è
dimostrato deleterio per la medicina. Oggi
non esistono nella scienza principi da cui tutto promani.
La scienza ha riconosciuto nell'osservazione e nell'esperimento,
condotti secondo precisi canoni, le uniche fonti del suo
sapere. Un sistema ha in sé qualcosa di immodificabile
che finisce sempre per entrare in conflitto con le nuove
acquisizioni che sono la linfa vitale della scienza. Concepire
quindi oggi, e qui siamo alla domanda, una Medicina che,
in quanto sistema, è costretta entro canoni stabiliti
più di 180 anni fa, non è perciò lo
stesso concepire qualcosa di superato? Come non tener conto
dell'enorme mole di conoscenze che si sono accumulate dopo
il 1810, data di pubblicazione dell'Organon, l'opera fondamentale
di Hahnemann? E se invece i principi fondamentali sono mutati,
quali sono le acquisizioni nuove che sono state accolte?
E da dove provengono? Dall'interno dell'omeopatia, oppure
dalla medicina "ufficiale?" E nel primo caso,
con quali metodi sono state ottenute e quali certificazioni
di verità posseggono?
Figlia
di una temperie scientifica in cui i "sistemi"
potevano avere credito e seguaci, l'omeopatia rappresenta
l'unico esemplare di una specie estinta. A chi volesse vederci
un esempio di "sopravvivenza del più adatto",
dovrei chiedere: più adatto per chi? »
E
questo è una parte del testo della lezione introduttiva
al Corso della “Scuola Superiore di Omeopatia”
(!), tenuta il 22
ottobre 1994 dal Dr.Prof. Vito Cagli Università degli
Studi di Roma.
È
sbagliato pensare che non si faccia più Omeopatia
appena si cambia qualcosa nel metodo, o perché si
aggiungono conoscenze o filosofie affini, ed è illusorio
pensare di fare Omeopatia solo perché si seguono
pedissequamente le regole sul metodo, senza essere profondamente
coscienti di quali principi le hanno generate.
Accade
così, che medici che studiano in scuole di Omeopatia,
in cui si insegnerebbe l’Omeopatia classica (ne ho
sentiti parlare diversi), una volta usciti si ritrovino
ad affermare rigidamente che l’Omeopatia è
solo quella, e che si deve applicare solo un metodo (normalmente
si autodefiniscono unicisti), per arrivare poi a dire che
in quello o quell’altro caso grave userebbero i farmaci
tradizionali, perché non vedono come l’Omeopatia
possa essere meglio dell’Allopatia.
Affermazioni
da far ribaltare nella tomba sia Hahnemannn che Kent. Questi,
per altro, già allora ironizzava: «Che cosa
c'è di più stupefacente
del fatto che degli omeopati dichiarati neghino l'efficacia
dei loro rimedi?»
Questi
medici sono omeopati fedeli ma solo fino a dove la paura
e l’ignoranza non li fermano. Paura anche di tipo
professionale visto che la legge impedisce loro in tutti
i casi anche solo minimamente critici, di scegliere e di
utilizzare l’Omeopatia, perché non provatamente
terapeutica. La legge impone al medico, dopo aver fatto
la diagnosi, di determinare quale sia la migliore terapia
da effettuare, ma questo è un modo evidente per escludere
l’Omeopatia da tale scelta. Primo perché fare
un diagnosi è già di per sé un errore
ed un approccio non omeopatico, secondo perché si
riduce l’Omeopatia a metodo terapeutico escludendo
ogni valore della sua filosofia, che è in netto contrasto
con quella allopatica rendendo ridicolo ogni processo di
scelta occasionale, perché ce ne dovrebbe essere
una sola di fondo e definitiva.
Oggi
per i tempi e modi di vita che abbiamo e per le tante difficoltà
pratiche che esistono è impossibile praticare l’Omeopatia
classica.
«Come
scegliere un rimedio. La
scelta di un rimedio, secondo l'omeopatia classica, si basa
sulla valutazione di quale sostanza abbia una sintomatologia
sovrapponibile a quella del paziente, cioè quale
sia il simillimo. Tuttavia, nella maggioranza dei casi,
questo è praticamente impossibile, sia per
l'estrema varietà di sintomi riferiti dai pazienti
a fronte di un numero sì vasto di rimedi ma certamente
non paragonabile a quello degli uomini esistenti sulla terra,
sia dalla obiettiva difficoltà di una corretta valutazione
e interpretazione dei sintomi, riferiti con terminologie
spesso difficilmente comprensibili a causa di barriere interpretative
date dalla cultura variabile dei pazienti e dalle diverse
forme dialettali…..Il lavoro tuttavia necessario a
un'omeopata classico per giungere all'identificazione del
o dei rimedi più simili al paziente passa attraverso
un duro lavoro di repertorizzazione che, in casi complessi,
può comportare l'impiego di parecchio tempo (anche
alcune ore). La collocazione dei rimedi
in una o più logge energetiche a seconda della sintomatologia
che è loro tipica, con un metodo basato sull'analogia
dei rimedi stessi con le caratteristiche delle diverse logge,
permette una ricerca rapida, precisa e affidabile delle
sostanze più adatte al caso.» Prof.
Mauro Stegagno - Omeopatia bioenergetica - L’omeopatia
rivista secondo le leggi dell’agopuntura -.
Se
si vuol fare veramente Omeopatia è necessario migliorare
e completare l’Omeopatia classica, rimanendo però
fedeli ai principi. L’Omeopatia classica, volendo
guardare ai fatti e non alle intenzioni, oggi porta le persone
a dover far uso dei farmaci allopatici andando quindi contro
tutti i suoi principi fondamentali, e questo per diversi
motivi di ordine sia sociale, economico che pratico. Certo
questa è l’Omeopatia che si vuole avere, limitata
e suddita, lontana dalle sue vere potenzialità, i
motivi sono diversi e concreti, ma non è questo il
contesto in cui esporli.
Sta
di fatto che questi allopati mascherati da medici omeopati
concludono che l’Omeopatia classica vada modernizzata,
utilizzando le nuove scoperte farmacologiche o le nuove
terapie strumentali dove secondo loro non può arrivare,
cioè uscendo completamente dall’Omeopatia sia
nei fatti che nei principi. Questo è assurdo.
Come
Kent già osservava un secolo fa:«l’Omeopatia
che viene insegnata oggi è semplicemente un tentativo
di fondare l’omeopatia su base allopatica: si serve
della terminologia allopatica, chiama le malattie croniche
con nomi diversi e tratta le manifestazioni organiche della
malattia in base al nome dell’organo. ».
Nel
rispetto del buon senso che impone di seguire i principi
e non certo le metodologie, l’Omeopatia esclude la
possibilità di poter utilizzare le terapie naturali,
quali ad esempio la Fitoterapia.
Questo
perché la loro applicazione è la medesima
dell’Allopatia.
Si
ragiona sempre per malattie o per gruppi di sintomi. L’azione
è terapeutica, quindi impositiva e con possibili
effetti collaterali.
Fare
Omeopatia è diverso dall’utilizzare cure naturali
come spesso si pensa.
Una
cura naturale può essere dannosa come una chimica,
e personalmente ritengo che le cure con i fitoterapici,
per la logica con cui vengono utilizzate, dovrebbero essere
solo di pertinenza medica.
Concludendo
rifacendoci alle definizioni iniziali, continuare a pensare
alla Omeopatia come a un semplice uso di rimedi
omeopatici al posto dei farmaci è oltremodo
riduttivo e sbagliato.In questo modo viene negata la base
filosofica, a cui abbiamo accennato, su cui tanto hanno
insistito proprio i fondatori dell’Omeopatia (Hahnemann
e Kent).
Omeopatia
vuol dire prima di tutto ragionare in modo omeopatico sull’uomo
e i suoi problemi e, solo di conseguenza, usare i rimedi
omeopatici.
Per
questo è importante differenziare la Medicina omeopatica,
usare i rimedi facendo la diagnosi delle malattie, dall’Omeopatia.
(Mosconi Marcello – Naturopata-)
Il Riscatto di Adamo
Risonanza Magnetica Biocellulare:
La Terapia Del Futuro.
I
recenti progressi nel campo della Biofisica hanno consentito
di giungere a nuove scoperte.
In
particolare, grazie a sofisticate apparecchiature di laboratorio,
lo
studio delle emissioni luminose di debole intensità
delle cellule degli
organismi viventi, ha aperto le porte ad una nuova interpretazione
delle relazioni e dell'interdipendenza d'azione tra le varie
cellule.
La
teoria dei BIOFOTONI, propugnata dal fisico Popp, sulle
tracce di un intuizione ardita già esplicitata dal
russo Gurwitsch circa 60 anni fa, offre la credibile interpretazione,
suffragata ormai da molteplici
esperimenti, del fatto che l'evento biologico primario alla
base della vita, e anche delle alterazioni che portano alla
malattia, è un evento fisico dinatura elettromagnetica.
Tutto
ciò apre la strada alla soluzione di tanti quesiti,
ai quali la
biochimica fin ora non ha saputo dare risposta, ed alla
prospettiva di un nuovo modo di fare terapia differente
da quello di curare solo i sintomi delle malattie.
Secondo
il fisico Popp l'energia elettromagnetica gioca un ruolo
fondamentale nella sfera biologica.
Anche Heisenberg, premio Nobel per la Fisica, afferma che
l'energia
magnetica è l'energia elementare da cui dipende tutta
la vita
dell'organismo", in quanto capace di modificare l'energia
cinetica sia a livello atomico che molecolare.
Il
corpo umano cerca di vivere sempre in costante condizione
di
equilibrio, e questo equilibrio è mantenuto soprattutto
dall'energia
elettromagnetica prodotta dalle cellule del nostro organismo.
Essa è necessaria per far funzionare bene le varie
parti della cellula, le cellule di uno stesso organo e quindi
i vari organi di uno stesso sistema vivente.
Le
cellule di uno stesso organo, per il fatto stesso che hanno
identica composizione molecolare, comunicano ed interagiscono
utilizzando tutte uno stesso segnale elettromagnetico che
si propaga facendole “vibrare” con lo stesso
tipo di frequenza, che le fa entrare in risonanza tra loro.
Tutti
i sistemi viventi presenterebbero una debolissima emissione
di
quanti energetici che interessano i loro fenomeni vitali,
e perciò detti
“biofotoni”, che si propagano con la velocità
della luce.
La
loro esistenza ci consente di comprendere l'elevato passaggio
di
informazioni dentro la cellula stessa e tra cellula e cellula,
indispensabili per avviare il metabolismo, la crescita e
la
differenziazione cellulare.
I
biofotoni rappresentano così, nell'ambito della cellula
e dei rapporti intracellulari, un vero e proprio linguaggio
per la trasmissione di informazioni in codice.
Anche
i processi enzimatici, essenziali per la dinamica del buon
funzionamento della cellula, sarebbero guidati da segnali
elettromagnetici.
Non
l'ultima anche l'informazione genetica, che regola la formazione
di cellule specializzate a svolgere determinate funzioni,
sarebbe
determinata, fra l'altro, da fattori elettromagnetici.
Secondo
Popp i biofotoni nascono nel nucleo cellulare, che funzionerebbe
come una stazione radio che guida i processi cellulari
attraverso l'emissione di un campo elettromagnetico.
Questa
“stazione radio” sarebbe anche in grado di ricevere
ed elaborare i vari segnali elettromagnetici che giungono
dall'esterno.
Diventa
così importante inviare alle cellule “messaggi
di salute”, ricordare alle cellule il loro linguaggio,
per poter riattivare il loro metabolismo e le emissioni
che esse sono capaci di produrre in uno stato di salute
e di equilibrio.
Si
possono perciò inviare all'organismo queste “INFORMAZIONI
GUIDA”, sotto forma di quanti.
Nel
caso di un organismo sano, posto che esso esista se teniamo
conto di tutto l'inquinamento cui siamo esposti, l'intervento
di un “emittente di messaggi di salute” ha l'unica
funzione di ottimizzare al massimo la sua resa, consentendo
una qualità di vita ancora migliore.
Nel
caso di un organismo, ammalato l'invio di segnali frequenziali
idonei, cioè di frequenze tipiche delle cellule correttivi”
indicanti la via da seguire per riorganizzare secondo schemi
di normalità l'attività
cellulare alterata.
Allargando
il discorso verso i settori della Medicina che si definisce
“olistica”, scopriamo come il discorso quantistico
non riguarda solo la
produzione di campi magnetici terapeutici in senso tradizionale
e fisico.
Infatti
le teorie più recenti individuano nell'elettromagnetismo
il
meccanismo d'azione tipico dei rimedi omeopatici.
Anche
nel campo dell'agopuntura l'energia che scorre attraverso
i
meridiani può sicuramente essere riconosciuta come
energia
elettromagnetica.
Addirittura
per la farmacologia della medicina tradizionale viene
riconosciuto, oltre al meccanismo chimico, un ulteriore
meccanismo
d'azione di tipo “informativo vibrazionale”
dipendente da radiazioni
elettromagnetiche.
Queste
nuove concezioni, applicate alla fisiologia ed alla clinica
medica, cercano di trovare nella fisica, e più precisamente
nella
biofisica, la spiegazione di quei meccanismi che presiedono
ai fenomeni vitali e che causano le malattie e per i quali
la biochimica, a tuttora, non è riuscita a dare risposta.
Si
apre così la strada per una nuova ricerca che sia
in funzione di un nuovo modo di concepire la terapia.
Grazie
agli studi fino a qui condotti ed alla tecnologia più
avanzata è oggi possibile intervenire con queste
modalità grazie ad un sistema detto di Risonanza
Magnetica Bio-cellulare a disposizione della singola persona
o del nucleo familiare.
Il
Sistema MRS 2000 (Magnetic Resonance System) utilizza campi
elettromagnetici pulsanti a bassa intensità.
Ormai
numerosi medici stanno riscontrando risultati positivi con
l’utilizzo dei suddetti sistemi.
Esiste
un Sistema per l’utenza privata, con l’azione
principale di profilassi e di terapia di supporto e consiste
in una centralina di comando alla quale sono collegati un
tappeto,per il trattamento di tutto il corpo, con azione
di regolazione, ed un cuscino, per il trattamento locale,
in supporto a cure manipolative o per la terapia del dolore.
Ed
un Sistema Med per medici e terapisti con una centralina
di comando, il tappeto per la cura di tutto il corpo, regolazione
sistemica e trattamento di base, il cuscino per la cura
locale ed un puntale per zone molto specifiche o per l’agopuntura.
E’
un apparecchiatura tecnologicamente molto avanzata ed allo
stesso tempo semplice da usare.
(Luciana Monti - Tel: 339-6451745 / 02-2534052)
Vivere meglio
Varna Pranayama
Un’autoterapia con il colore
Ecco
una tecnica molto semplice, per mezzo della quale potrete
trasformare il vostro atteggiamento negativo in positivo
e “ricaricare le batterie” conducendo l’energia
universale (prana) a rivitalizzare il sistema nervoso e
il piano fisico.
Sdraiatevi
sul pavimento in posizione di rilassamento (savasana) favorendo,
con il sopraggiungere dell’immobilità, il rallentamento
delle attività fisiche, emozionali e mentali. Ho
già fatto notare in altre occasioni che quando ci
si dispone a simili pratiche, sarebbe bene scegliere un
luogo silenzioso e confortevole. Meglio evitare di stendersi
al sole nelle ore più calde. In caso di necessità
ci si può coprire. E’ bene tenere presente
che, durante il rilassamento, si verifica un rallentamento
della circolazione del sangue ed un abbassamento della pressione
che portano ad una generale sensazione di freddo. Mantenete
la mente quieta ma in piena consapevolezza. Contemplate
il vostro respiro: fate in pratica da “spettatori”
all’aria che entra nelle vostre narici e che passando
nei condotti nasali scende sino ai polmoni. Osservate poi
il movimento inverso. Continuate fino a quando siete così
assorbiti da questo movimento da divenire il respiro stesso
e avvertite ogni altra percezione, prima passare in secondo
piano e poi svanire. Siate consapevoli solo del “soffio”,
null’altro. In breve beneficerete di un piacevole
stato estatico. A questo punto sforzatevi di portar fuori
della memoria il vostro colore preferito. Il vostro colore
“psichico” preferito, non quello che ognuno
sarebbe portato a scegliere in quel momento per vestirsi,
legato ai cambiamenti del piano emozionale, ma quello profondo
che appartiene alla natura essenziale e stabile, assai poco
soggetta a cambiamenti. Nello stato di assorbimento in cui
la pratica vi ha portato diviene facile individuarlo dentro
di sé. Adopratevi per sviluppare quest’immagine
fino a farla divenire reale, concreta, fruibile dai vostri
sensi interni. Provate a schiarirla rendendo il vostro colore
preferito un po’ più luminoso di come siete
riusciti a visualizzarlo. Ora immaginate che ogni cosa,
ad esempio il mondo degli oggetti che vi circonda e persino
l’aria che respirate, sia di quel colore. In un certo
senso è come se ciò che si riesce a vedere
fosse visto attraverso un filtro e si respirasse aria colorata.
L’aria passando dalle vostre narici scende nella gola,
poi nei polmoni e, questi organi si colorano del colore
preferito reso luminoso dal vostro precedente sforzo. Poco
dopo l’aria non esisterà ma state movendo per
mezzo del respiro un flusso colorato guidandolo nel vostro
corpo, portandolo nell’area dell’addome, nel
plesso solare.
Trattenete senza sforzo il respiro rimanendo concentrati
in questo punto e poi espellete. Dopo alcune respirazioni,
continuate a muovere il flusso colorato e condurlo al plesso
solare, tuttavia, mentre trattenete l’aria, una spirale
immaginaria, partendo dall’ombelico si estende fino
a coprire tutta la superficie dell’addome. Espirate
normalmente. Ripetete più volte ma in seguito, durante
l’espirazione, ipotizzate di spingere il flusso colorato
dall’ombelico verso la periferia del corpo, in ogni
direzione. Dovete insistere fino a raggiungere una reale
sensazione di totale saturazione.
Nell’immaginazione, il vostro corpo, come un contenitore,
deve essere totalmente saturo di quel colore. Insistete
ancora, sempre allo stesso modo: inspirate aria colorata
portandola al plesso solare e, mentre trattenete, ideate
la spirale in espansione che partendo dal vostro ombelico
va a coprire l’intera superficie dell’addome;
quando espirate, dal plesso solare immaginate di spingerla
in tutte le direzioni verso la periferia del corpo; avendo
tuttavia già ottenuto una totale saturazione la immaginate
uscire dai pori della vostra pelle spingendo così
all’esterno ciò che ancora non vi è
riuscito colorare ovvero la vostra residua negatività.
Avverrà così un processo di completa purificazione
psico-fisica.
Al
primo accenno di stanchezza, fermate il processo d’autosuggestione
e ritornate a prendere coscienza del respiro spontaneo e
naturale, del vostro corpo e della sua posizione. Prima
di iniziare a sciogliere la posizione, procedimento da sviluppare
con attenta gradualità, “esteriorizzate”
la vostra coscienza divenendo consapevoli dei rumori che
vi giungono dall’esterno e della stanza nella quale
vi trovate. Soffermatevi ad ascoltarli, senza analizzarli:
è il suono della vita intorno a voi. Poi ritornate
a prendere coscienza del vostro corpo ed iniziate a muoverlo
con piccoli movimenti: muovete prima le dita dei piedi,
poi delle mani, ruotate la testa a destra poi a sinistra
ed infine individuate quali sono i movimenti spontanei che
il vostro corpo desidera fare in quel momento ed assecondatelo.
In seguito portatevi seduti soffermandovi qualche secondo
per lasciare normalizzare la pressione del sangue ed infine
alzatevi.
Dopo
aver svolto correttamente la pratica si può notare
che il contenuto della mente risulta modificato e rinnovato
in positivo.
(Bianchi
Amadio)
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Un viaggio scientifico attraverso gli universi paralleli
le distorsioni del tempo e la
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LA PULCE NELL’ORECCHIO
Alcuni
amici sub che si immergono nelle acque antistanti la zona
di Rimini mi hanno raccontato delle condizioni del fondale
lasciato nelle mani della mafia degli armatori di pesca
senza alcun controllo o limite. Un vero deserto specialmente
se contrapposto alle zone protette delle piattaforme e degli
allevamenti di mitili fiorenti di vita sia vegetale che
animale:
addirittura
vi si possono ammirare specie tropicali.
Avrei
voluto scrivere contro questo stato di cose, ma poi ho pensato
che così facendo sarei caduto nel gioco eterno della
contrapposizione facendo felici i nostri padroni. Evidentemente
a loro non interessa in quali condizioni sia la porcilaia,
tanto sanno che ciclicamente viene forzatamente rinnovata
e quindi perché spendere energie per tenerla in ordine.
Anzi più lerciume viene prodotto, più sofferenze
e fastidi esistono migliore è la resa.
Non
c’è proprio niente da fare per noi nati schiavi.
Nel sito esiste una sezione forum
in cui chiunque può intervenire proponendo argomenti,
domande o quant’altro desidera.
Moses S.r.l. declina ogni responsabilità dell’utilizzo
che è fatto degli articoli proposti e consiglia,
prima di intraprendere una qualsiasi terapia, di consultare
professionisti accreditati.
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