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Vivere meglio
Critica al concetto d'intolleranza alimentare.
Ricerca
delle intolleranze alimentari.
Critica al concetto e al metodo.
Lo studio delle intolleranze alimentari si basa sul presupposto
che ci siano delle sostanze semplici o complesse contenute
negli alimenti che risultano, in maniera più o meno
evidente, nocive all'organismo sia in generale, sia in particolare
per specifiche funzioni od organi isolati o ancora solamente
interessano negativamente la cenestesi (sensazione di livello
di benessere o malessere generale trasmessa dal nostro corpo).
Risultato di questa ricerca è l'eliminazione dalla
dieta delle sostanze riconosciute nocive.
Spesso il numero di queste sostanze è alto e varia
facilmente, da una ricerca all'altra, anche il tipo.
Se una cosa ti dà fastidio la leviamo: questa è
la cura.
Il ragionamento e la procedura però non convincono
e cioè molte, troppe sostanze insieme sono indicate
nocive sebbene, in verità, una corretta ricerca porti
generalmente ad incriminare non più di tre, quatto
alimenti base.
Il presupposto di base si presta a critiche concettuali
e metodologiche.
Come mai per un soggetto sono nocive e per un altro no?
Significa che fra la sostanza considerata nociva ed il disturbo
c'è un passaggio intermedio che non dipende dalla
natura dell'alimento ma da squilibri del soggetto.
Si deduce che la rimozione dell'alimento considerato nocivo
è un provvedimento palliativo che lascia insoluto,
come il solito, il quesito causale fondamentale "Perché
quest'alimento mi fa male?", "Perché non
fa male ad un altro anche consanguineo?".
Tra l'alimento e l'effetto nocivo c'è un'alterazione
della costellazione digestiva (ghiandole e sistemi di controllo
neuro ormonali) che è la causa dell'intolleranza
alle sostanze che sono mal digerite.
Quest'alterazione è il cardine patologico e la sua
correzione è il cardine terapeutico.
Considerando gli alimenti come possibili tossici è
altrettanto vero che possiamo altrettanto, come da tempo
immemorabile si tenta, considerarli farmaci ed agenti curativi
e quindi prospettarci la possibilità di ricercare
alimenti terapeutici cioè che siano in grado di correggere
gli squilibri funzionali e non solo quelli considerati in
relazione con i fenomeni d'intolleranza che, comunque, sottolineiamo,
sono spie allertanti di un funzionamento squilibrato e non
le cause di patologia.
Se l'alimento è considerato farmaco, esiste la possibilità
di ricercare quelli ad effetto curativo in ogni singolo
caso personalizzando in maniera stretta il trattamento.
Questa possibilità esiste ed i modi di attuarla sono
molti e uno dei più puntuali nel risultato è
quello che si serve dell'Iridologia olistica ortotrofica.
L'Iridologia è nota
come tecnica d'indagine dell'iride, sia per quello che presenta
come aspetto visibile, che come proiezione di squilibri
funzionali e temperamentali, includendo in questo concetto
il modo di sentire le cose, gli avvenimenti i rapporti personali
e interpersonali.
L'occhio in questo contesto è veramente lo specchio
dell'anima.
Olistica: è un termine
di derivazione greca, significa valutazione globale di un
individuo.
Avendo come punto di partenza la struttura dell'iride e
le sue variazioni, con questo modello, attraverso l'applicazione
delle nozioni della fisica quantica, della termodinamica
e della chimica degli elementi della tavola periodica, è
possibile estrapolare i segni dell'iride in altri settori
che, apparentemente non avrebbero relazione con l'occhio.
Poiché siamo in un tutt'uno che si ripete in varie
manifestazioni, possiamo passare con questo metodo di ricerca
dalla lesione o segno dell'iride al corrispondente conflitto
personale di un individuo, per arrivare a capire le zone
geografiche favorevoli o sfavorevoli, gli alimenti adatti
o non idonei, la compatibilità con persone o animali,
l'incompatibilità con alcuni colori o la preferenza
di altri, il rapporto di lavoro o l'aspetto energetico di
una società o l'affidabilità di un socio ecc.
Ortotrofica si riferisce
in particolare agli alimenti, quelli che ci servono per
vivere, quindi come mangiarli, come mescolarli, come sceglierli
in base alla stagione, ai nostri gusti od avversioni, non
dimenticando che siamo frugivori e siamo fatti per mangiare
quasi esclusivamente certi alimenti e non altri, che in
un determinato momento e situazione, possono diventare elemento
di disturbo (questa è la vera intolleranza).
Con questo metodo è possibile ricercare gli alimenti
individualmente terapeutici utilizzabili cioè come
farmaci a zero effetti collaterali ed indesiderati.
Gli alimenti curativi sono naturalmente quelli freschi della
zona abituale in cui si è cresciuti o d'abituale
residenza e la loro ricerca va effettuata stagionalmente
come, ovviamente, la loro assunzione.
Il margine d'errore nell'individuazione degli alimenti giusti
per il singolo individuo è piuttosto alto e questo
è il motivo per cui è bene ripetere la ricerca
in stagioni diverse ed eventualmente nell'anno successivo.
(Paolo Dr. Mosconi - Omeopata -)
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