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LA CARNE LIQUIDA DELLA NOSTRA EPOCA IL LATTE E I SUOI DERIVATI
(riflessioni sintetiche sull'opportunità di un maggior controllo nell'impiego dei latticini come fonte alimentare moderna di proteine, calcio e purtroppo altro ancora…….)

Occupandomi per conto del CESMEN di controllo e terapia alimentare non posso dimenticare il ruolo che ha assunto il latte in quest'ultimo mezzo secolo appena passato, in cui abbiamo visto nascere un settore lattiero caseario fiorente e ben radicato nella nostra cultura.
Se queste osservazioni vengono da un medico veterinario, che lavora anche nel settore zootecnico, per favorire la produzione di latte biologico, privo di residui chimici farmacologici, ma non sicuramente da altri contaminanti di cui il sottoscritto è a conoscenza, ma che non è in grado di eliminare, certamente la discussione potrebbe prendere una piega un po' insolita.
A posteriori possiamo trarre delle valutazioni molto interessanti e allo stesso tempo allarmanti in merito al consumo dei latticini, come ci viene proposto dal mondo scientifico ufficiale (industriale), dai media e da tutti quei settori collegati che comunque all'unisono, reclamizzano, incitano, sostengono a gran forza che il latte è un alimento indispensabile, previene tante malattie, è ricco di proteine, sviluppa una buona struttura scheletrica, previene l'osteoporosi, rende forti i muscoli e le arterie, aiuta nel controllo del diabete insulino dipendente (IDDM=insulin dipendent dibete mellitus).
Gli stessi studi universitari ci hanno indirizzato verso una professione meritevole per il servizio che rechiamo alla comunità nel promuovere e contribuire al buon andamento del settore lattiero caseario, attraverso il nostro operato di controllo della qualità del latte, delle mastiti e di tutte le patologie allegate, al fine di arrivare ad ottenere un prodotto sano e sicuro sulla tavola del consumatore.
Da quando ho iniziato ad avere " il prurito al naso" sulle mie certezze professionali, indagando l'altra faccia della medaglia, ho dovuto riscontrare parecchie inesattezze sulle verità scientifiche che parevano dei pilastri inattaccabili dalla logica medica e naturale.
Sì proprio la logica naturale che tanto c'insegnano a rispettare, non è affatto rispettata; come per la Nuova Medicina di Hamer che sostiene come ogni processo degenerativo neoplastico segue un preciso, logico, naturale programma biologico sensato, così anche a quest'argomento ho collegato le nozioni della faccia inversa della medaglia che prima non mi era chiara.
Il latte è un alimento naturale, ogni neonato dovrebbe essere allattato al seno come da sempre la donna ha fatto, "ci hanno programmato", per questa strada, il latte bovino o d'altri animali, pur con tutti i tentativi di umanizzarlo, non è adatto all'intestino (vedi intolleranze in aumento) di un bebè.
La vacca deve allattare il suo vitello, la scrofa i suinetti, la gatta i gattini, la leonessa, i suoi cuccioli e così via….
Ogni variazione sul tema, si scontra con la legge naturale del not self, dell'estraneo, quindi del non idoneo al nostro patrimonio genetico naturale.
Il latte contiene caseina, proteina nobile, utilizzata come colla universale; serve come adesivo per le etichette delle bottiglie di birra, oppure come componente di colle per mobili, la stessa caseina fa lo stesso nel nostro organismo, diventa una colla e quindi pensiamo a come reagirà il nostro sistema digestivo (provate a togliere un'etichetta dalla bottiglia di birra o a staccare dei pezzi di legno uniti con la colla).Questa sostanza esterna fa reagire il nostro software biologico, producendo per l'ospite estraneo anticorpi, poi istamina, poi muco e così via….
Alla fine saremo in continuo conflitto con quest'antigene che viene ingerito, in cui troviamo anche attualmente una serie infinità di residui: antibiotici (più di 59 in certi campioni analizzati), elevate quantità di leucociti (non è altro che pus in forma diluita), pesticidi, antiparassitari derivati dall'alimento contaminato, ormoni (estrogeni, progestinici, prolattina derivati da terapie ormonali o da alimenti contaminati per gli animali), vari germi patogeni che nel latte e nei formaggi trovano il loro ambiente ideale per crescere essendo dei potenti terreni di coltura, residui OGM (come il caso recente del mais americano inquinato dalla varietà StarLink, in cui era presente una proteina CryC9, responsabile di gravi casi di allergie nella popolazione ignara della pericolosità del cereale), ancora metalli pesanti derivati dall'inquinamento stradale, ambientale terreno e aereo e altre sostanze purtroppo a noi estranee, derivate da lavorazioni industriali, come residui potenziali di altre manifestazione di intossicazioni croniche cui non si guarda con la giusta attenzione, visto che i sintomi si presentano a distanza di giorni, mesi ed anni, quindi difficilmente impugnabili se non per prove e coincidenze (vedi Mucca Pazza) fortuite, in grado di fare quadrato e chiarezza sull'eziopatogenesi del problema.
Oltre alla caseina vi sono altre proteine lattoalbumine con varianti chimiche ben definite, vi sono zuccheri semplici come il lattosio, ottimo conservante industriale, vi sono oligoelementi come il calcio, il magnesio, il fosforo ecc….Troviamo grassi saturi animali che non fanno molto bene alle nostre arterie, seppur si tenti di scremare il latte a più non posso.
Sarebbe molto interessante affrontare per singolo componente del latte e latticino la fisiologia metabolica e le varie conseguenze nefaste cui andremmo incontro se questi alimenti non naturali diventassero sempre più frequenti sulla nostra tavola, ma rimando gli interessati ai vari siti del settore, dove si potrà verificare la logica incongruenza della loro azione sul nostro organismo.
Per rimanere sul generale, posso certamente ripetere in breve alcune raccomandazioni che emergono durante i miei controlli per le intolleranze presso il CESMEN. ()

Latte= meno fratture più robustezza ossea !?

I bambini e gli animali attualmente nascono con varie alterazioni anche lievi ma evidenti nella struttura scheletrica, deviazioni, displasie, osteofibrosi, decalcificazioni, maggiore fragilità ossea, molti infortuni spontanei, traumi al bacino nelle donne, osteolisi al collo del femore.
Uno studio recente del gennaio 2001, negli USA, vedi fonte internet ha rilevato come un campione di 1035 donne sottoposte a regime alimentare con proteine animali rispetto ad un regime con proteine vegetali ha evidenziato una maggior fragilità al bacino, perdita di solidità della struttura ossea, nonostante ingerissero latte tutti i giorni ed assumessero calcio integrato nella dieta; il campione di donne a regime proteico vegetale, non ha manifestato tali sintomi.
Il fatto curioso riguarda l'assunzione di calcio esterno a base di integratori che porterebbe ad avere una struttura ossea simile a quella dei nostri antenati dinosauri, che non assumevano latte e ci hanno lasciato anche i loro scheletri a dispetto del tempo trascorso dalla loro morte.
Questo modello di alimentazione, serve a prevenire l'osteoporosi?
25 milioni di donne americane soffrono di tale disturbo e sono in aumento, per correre ai ripari si consiglia di mangiare molti latticini e formaggi, come fonte di calcio, oppure si ricorre alla terapia ormonale estrogenica, coi cerottini, per aumentare il livello ormonale e favorire una maggior stabilità ossea.
Uno studio del 1994, dell'ente sulla nutrizione americano, ha concluso che la taglia scheletrica di ogni persona viene definita geneticamente, nell'infanzia abbiamo l'accumulo e la stabilizzazione fino all'età di circa 35, oltre la quale esiste un impoverimento fisiologico naturale legato al controllo ormonale.
Con l'immissione di calcio esterno, questo valore viene aumentato in eccesso, costringendo l'espulsione con l'urina, entro certi limiti, altrimenti abbiamo un accumulo sui reni, arterie, fegato, cuore, valvole cardiache e intestino.
L'osteoporosi avanza ugualmente, nonostante il forte impiego di calcio e proteine animali.
Il calcio per essere assorbito dalle ossa, deve disporre di un'adeguata quantità di magnesio, che nel latte è scarso, molto alto nella verdura, legumi e frutta, oltre al controllo del suo tenore metabolico il magnesio serve anche a contrastare con la vit. B6, l'acidosi metabolica indotta dai soli sali di calcio e proteine animali.
Se abbiamo un ambiente acido (proteine animali) i nostri meccanismi di tamponamento naturale, col calcio in eccesso, non possono lavorare al pieno, infatti, per neutralizzare l'acidosi si deve ricorrere alla nostre riserve minerali che abbiamo principalmente nelle ossa e muscoli, questo meccanismo a circuito chiuso spiega che l'osteoporosi non è una mancanza di calcio per le nostre ossa, ma una perdita di calcio a seguito delle nostre abitudini alimentari scorrette.
La popolazione indiana ed asiatica in generale non soffre di tali problemi sino a quando non assume un modello alimentare occidentale, infatti, l'osteoporosi non è così diffusa come da noi, anche le popolazioni ispano indiane asiatiche trapiantate in Europa e America hanno aumentato la percentuale di rischio all'osteoporosi grazie alle errate abitudini alimentari sconosciute nei loro paesi d'origine.
Nei latticini oltre alle proteine animali vi sono vari residui ormonali, che influenzano il meccanismo di controllo della stabilità ossea, pensiamo che in una donna la quantità totale di ormoni prodotti nell'arco della vita media, estrogeni, progestinici non supera il cucchiaino, ora pensiamo agli ormoni presenti nel latte come residui e facciamo due conti: se sono ormoni not self e in quantità elevata, il nostro organismo oltre a non riconoscerli smette di produrli, modificando tutta le catena fisiologica di controlli degli steroidei naturali, con influenze negative sul ciclo ovario, sulla fertilità e sulle manifestazioni cicliche più o meno alterate.
Se ciò accade si ricorre di nuovo agli stessi ormoni di sintesi, per sopperire ad una mancanza, per far riprendere forzatamente le funzioni riproduttive normali, con esiti e controindicazioni sotto gli occhi di tutti: riduzione della fertilità, degenerazione neoplastica a vari livelli dal seno, all'utero, alla prostata ai testicoli.

E' un circolo vizioso senza uscita! E' un mondo difficile! Come cita una nota canzoneIl latte serve a controllare il diabete!?
Con questo slogan andiamo ad indagare su questo aspetto importante della dieta lattea o a larga base di latticini; ho avuto una mamma diabetica, come tanti milioni di persone e sono convinto quindi di essere predisposto a questa disfunzione subdola, che preoccupa il mondo scientifico e i pazienti annessi; solo negli USA sono 16 milioni, nel 2000 sono stati spesi 118 milioni di dollari dall'Agenzia americana per il controllo del diabete, ogni anno sempre da quelle parti si spendono come budget generale sul diabete 100 miliardi di dollari.
Quale potrebbe essere la soluzione?
L'impiego di proteine vegetali da frutta e verdura sono compatibili anche per i neonati, certo troviamo più facilmente il latte in polvere, rispetto a certi prodotti vegetali, ma gli igienisti sostengono da anni che solo negli ultimi 500 anni siamo andati quasi esclusivamente verso l'impiego di latte bovino o caprino, dimenticando altre fonti nobili naturali (vedi siti internet con i vari menu e tabelle allegate).
Secondo un'indagine del sito che vi consiglio di consultare, notmilk, studi epidemiologici e le esperienze hanno indicato una relazione diretta tra la prima esposizione a proteine bovine e il diabete, povere vacche che colpa hanno loro??.
Il problema sembra di origine autoimmune, ma vediamo l'esperienza della ricerca ignorata dai grandi luminari diabetologi.
Uno studio condotto in paesi forti consumatori di formaggi ha rilevato un'altrettanta elevata percentuale di casi di diabete.

NAZIONE CASI DI IDDM MEDIA CONSUMO PROTEICO PER 100M AB. LATTE IN GR.

Nazioni
Casi di IDDM
Media Cons. Prot.100M ab. latte in gr.
FINLANDIA
28
30
U.S.A.
15
19
GIAPPONE
1
5

FINLANDIA 28 30
U.S.A. 15 19
GIAPPONE 1 5

È evidente il rapporto statistico prima ancora di indagare sugli aspetti medici più dettagliati, in Finlandia il forte consumo di latticini, formaggi soprattutto, indica questa tendenza di maggior incidenza di IDDM.
Un altro studio del 1990, dell'Istituto di nutrizione clinica americano, dimostrò come vi fu un raddoppio in percentuale di casi di diabete dopo che gruppi di Polinesiani si trasferirono dalla loro terra di origine in Australia, cambiando radicalmente le loro abitudini alimentari, utilizzando proteine animali bovine, suine al posto di quelle di pesce, come erano abituati nella loro zona di origine.
Nello stesso anno studiosi americani Mark Atkinson e Noel Maclaren riconobbero l'origine in una risposta autoimmune delle cellule del pancreas nei riguardi di proteine not self introdotte nell'organismo, come "l'agguato" responsabile delle manifestazioni di IDDM.
Nel luglio dell'anno successivi altri studi conclusero che l'albumina di siero bovino è responsabile dell'origine del diabete.
Ancora per completezza nel mese di ottobre del 1996, s'identificarono nei pazienti diabetici in oltre un terzo del totale la presenza di un anticorpo anti betacaseina, che non è presente negli individui non affetti da diabete.
Vale al pena di ricordare un'esperienza diretta di alcune madri che hanno dimostrato come nei loro figli appena diagnosticata l'IDDM, hanno interrotto per sei mesi i latticini, permettendo al pancreas dei neonati di riprendere autonomamente la produzione di insulina.
Questo dimostra come nella dieta americana e media occidentale la presenza di forti dosi di proteine animali generi una risposta autoimmune alla base del processo di manifestazione del diabete mellito.
I dati sopra riportati non hanno bisogno di particolari commenti, la cura quindi consisterebbe nel non assumere per almeno alcuni mesi nessun latticino, al fine di detossicare l'organismo e favorire un equilibrio endocrino generale, la prevenzione sarebbe il notmilk!!!
Facciamo una piccola operazione matematica
A= cellule di Langherans, insulino produttrici
B= proteina estranea (latte, carne, ecc..)
C= situazione diabetica legata all'inibizione delle cellule insulino produttrici.

Quindi A+B=C
Se cambiamo la formula seguendo le regole matematiche per trovare A dovremmo invertire la formula A = C-B, ossia situazione diabetica meno le proteine estranee = normale attività delle cellule di Langherans insulino produttrici.

La natura è matematica.
(Francesco Vignoli - Veterinario in Castelfranco E.)

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Fonti bibliografiche:

Tiziana Val Piana:
Alimentazione naturale del bambino
Demetra editore 2 edizione 2000

Il sistema Igienistico H.M. Shelton
Editore Manca Genova 1998
Michio Kushi
Obesità e dimagramento
Macro Edizioni 1993
www.notmilk.com
www.rfb.it
www.scienzavegetariana.it

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