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NaturalMail Nr.14

Nr. 14 -

DIMMI COME GESTICOLI E TI DIRO’ CHI SEI (parte quattordicesima)

Gesti Ideografici

Quando l’operatore varia la posizione di un oggetto, il soggetto lo sposta avvicinandoselo

L’argomento trattato dall’operatore è registrato in modo gratificante dal soggetto.

……il soggetto sposta l’oggetto allontanandoselo

l’argomento trattato dall’operatore è registrato in modo penalizzante dal soggetto

Riassettarsi, pulirsi, spolverarsi, ecc.

Il discorso dell’operatore è simbolicamente scartato, buttato via.

Il soggetto registra come negativa la fonte di stimolazione o l’argomento trattato,

implica una verifica analogica negativa.

Spezzare o sminuzzare cose di poco conto (es: il pane a tavola)

L’argomento trattato dall’operatore rappresenta analogicamente per il soggetto motivo di melanconia o rammarico.

Atto dello spolverare o spazzare via (es: le briciole dal tavolo)

Rifiuto analogico del discorso che si sta ascoltando; vale quanto detto nel riassettarsi, pulirsi, spolverarsi, ecc.

Riportiamo di seguito un elenco degli atti analogici di scarico tensione, degli atti analogici di verifica subliminale e dei messaggi iconici espressi normalmente dall’individuo durante il dialogo.

 

                                                                

Prurito e grattamento frontale 30%
Prurito e grattamento parietale 20%
Prurito e grattamento occipitale (nuca) 25%
Prurito e grattamento retroauricolare 25%
Prurito e grattamento auricolare 20%
Prurito e grattamento nella zona del
sopracciglio o palpebra
40%
Prurito e grattamento della zona lacrimale
o della palpebra inferiore
35%
Prurito e grattamento della zona maxillofacciale
(vicino al naso)
100%
Prurito e grattamento della zona maxillofacciale
(lontano dal naso)
90%
Prurito all'interno delle narici con toccamento del
naso e pressione delle dita sulle narici
100%




LA PULCE NELL’ORECCHIO

 

Siamo tutti noi esseri viventi (uomini, animali, vegetali) immersi in un unico brodo cosmico o come dice uno dei protagonisti del film “La sottile linea rossa” ”siamo tutti parte della grande anima”. Se ciò fosse vero la sofferenza di un sol uomo, di un solo insetto, di una sola pianta avrebbe effetto su tutti gli altri esseri viventi. A proteggerci a livello razionale ci pensano i nostri sensi, ma a livello energetico la perturbazione esiste, l’omeostasi è alterata. E’ per questo ritengo che soffriamo di qualcosa che non riusciamo a definire e che va oltre la nostra esperienza personale e la nostra capacità razionale. Da questo numero il primo del nuovo sito www.Naturalmail.it mi porrò e Vi porrò delle domande alle quali personalmente non ho ancora trovato una risposta. Vi chiedo solamente di aiutarmi nella ricerca. Le domande che ci porremo non hanno ordine logico, vengono espresse come affiorano alla mente. I vostri interventi troveranno posto nel nostro “forum”

(Mosconi Marco – responsabile editoriale-)

 

VIVERE MEGLIO

                                                   

L’idea di Malato cronico e l’aspetto sociale della Malattia

Già da diversi anni, anche i sociologi si sono interessati alle relazioni che intercorrono tra malattia e fenomeni sociali. Si ritiene infatti che, una condizione patologica cronica, anche se ha basi organiche (o biologiche) più o meno gravi, è comunque il prodotto di un certo sistema di relazioni sociali passate e presenti. Più propriamente si può dire che l’aspetto biologico della malattia e quello sociale sono interdipendenti. Malattia quindi verrebbe a definirsi come un linguaggio inteso come forma particolare del sistema relazionale che il soggetto ha con il suo ambiente.  Da questo sistema di relazioni sociali vengono a dipendere tutte le possibili evoluzioni delle malattie, e di quelle croniche in particolare. Per dirla con il sociologo Donati, una condizione o “stato” dell’individuo non diventa cronico se non perché tale è socialmente percepito, rappresentato e quindi definito e trattato. […] prima socialmente rappresentato e definito quindi individualmente e intersoggettivamente percepito e infine operativamente trattato nella complessa rete di relazioni informali e formali in cui l’individuo si muove. Si verrebbe a costruire l’idea per cui, il malato è un attore che recita un ruolo all’interno del suo sistema relazionale. Un attore consapevole che deve continuamente, in relazione al suo male, elaborare il carattere collettivo della definizione e delle pratiche terapeutiche che il sociale riserva al suo problema. La malattia allora viene trattata come una “costruzione sociale nella quale la natura delle cose sottostanti appare sia ai soggetti coinvolti sia agli osservatori esterni come il risultato di lunghi e complessi processi di negoziazione dei criteri di valutazione e di formazione delle aspettative circa le condizioni e le azioni degli individui. Ovviamente, tutto questo non fa perdere mai di vista l’aspetto più propriamente biologico, altrimenti si rischierebbe di tornare ad una visione “sciamanica” della malattia e quindi ad una sua riduzione inaccettabile ad una conseguenza del contesto sociale. Ma, quello che qui si vuole sottolineare, è che, accanto al fattore sociale, a quello biologico ed a quello psicologico, giocano oggi altri fattori più “sottili” quali quelli energetici. Termini come “energie sottili”, “energie vitali”, “ch’i” non sono nuovi in medicina e, oggi, nemmeno al vasto pubblico di seguaci di quella corrente spiritual-filosofica denominata “New Age” ma, il fatto sicuramente nuovo e che impone un attenta riflessione, è l’aspetto di relazionalità tra queste energie interne all’uomo e le energie (molteplici e confuse) del suo contesto ambientale. Mi pare si possa dire che è finita l’epoca in cui, la ricerca interiore di un equilibrio faceva  ingenuamente tralasciare gli aspetti relazionali col mondo esterno; esempi di questo tipo si potevano vedere nell’idea di biologico-naturale tipico degli anni ’90, con un pullulare di centri yoga, di vari tipi di discipline orientali di meditazione. Non che si voglia polemizzare sul loro ruolo e la loro importanza, ma quello che si vuole sottolineare è l’adattamento che se ne è fatto qui in occidente. Si sono creati migliaia di ingenui che correvano al solo proferir della parola “oriente”, giungendo a creare più una moda che un reale contributo culturale tanto che, molte persone si sono trovate più ad assimilare tecniche posturali e regole di comportamento piuttosto che entrare veramente nella propria intimità per una profonda presa di coscienza di se. Quello che sfuggiva, e che tuttora sfugge, al movimento New Age, è il fatto che, l’uomo liberato che loro ipotizzano, tende a rinchiudersi in un'altra gabbia anziché fuggire da essa. E il fattore che determina questo, è che si considera solo l’aspetto individuale delle energie a scapito di quelle del contesto, della società che, ancora una volta, rimane oggetto misterioso di studio per pochi sociologi e potente strumento di manipolazione per le lobby di potere. Chi vuole aver a che fare con le energie, oltre che ad una profonda conoscenza e padronanza della propria mente, deve essere in grado di conoscere, utilizzare e veicolare le grandi riserve di energia presente nel proprio ambiente. Una cattiva relazione (o risonanza) tra la propria energia e quella del proprio contesto di riferimento contribuisce a creare malattia ed a rallentare i processi di riequilibrio del sistema.

 (Bibliografia: Teoria relazionale della società -  P. Donati Ed. Franco Angeli)        (Calanca Dr. Stefano – sociologo -)

Omeopatia

Cosa sta succedendo alla salute umana?

 Questo lavoro è stato estrapolato da una lunga relazione intitolata “Omeopatia, salute ed Umanità”, tenuta dal dr. George Vithoulakas, omeopata greco, nel settembre del 1984 a Londra, data poi alle stampe nel dicembre dello stesso anno.

 Molti di voi sanno che ho diretto ad Atene una clinica dove, assieme a molti altri medici, abbiamo trattato a tempo pieno oltre 1000 pazienti il mese. Noi non vedevamo questi pazienti in modo casuale, ma avevamo l’intera storia del loro background medico, del loro passato in relazione alla medicina, come erano stati controllati e che tipi di cure avevano fatto negli anni. Prendevamo inoltre nota delle loro reazioni alle diverse cure a cui erano stati sottoposti. Ebbene, sono arrivato alla conclusione che la salute umana in generale sta azzardando molto, anzi è in grande pericolo. La mia conclusione è che la salute della razza umana sta rapidamente degenerando. Nel 1974, in occasione di una mia lettura alla scuola di Medicina Omeopatica di Atene, ho ventilato quale conseguenza delle mie convinzioni, che molto presto l’organismo umano avrebbe sviluppato una suscettibilità verso agenti infettivi dalla virulenza sconosciuta  precedentemente. Passati 10 anni, oggi, posso dire purtroppo che la mia predizione si è avverata. E’ di oggi lo sviluppo esplosivo della Legionella e di altre pesanti malattie infettive. Tutti sanno dell’AIDS, deficienza acquisita del Sistema Immunitario. Dunque sviluppo notevole di questa malattia, il che significa che il corpo umano si è aperto, si è esposto ad agenti noseologici sconosciuti in precedenza. 
(Traduzione a cura di Diego Melandri – radionico -)
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