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NaturalMail Nr.27

Nr. 27 -

Omeopatia

La lingua e l'Omeopatia.

L'uomo occidentale, normalmente, non si rende conto di come il suo mondo razionale poggi su delle fondamenta estremamente limitate concettualmente, soprattutto in certi campi, e come questo limite si trasferisca dai concetti alla lingua e viceversa.
È necessario rendersi conto che esistono solo i concetti che possono essere espressi efficientemente e precisamente, viceversa quello che rimane è solamente un'immagine dipendente dalla mente (fantasia, conoscenza) di chi ascolta, che per quanto colta e attenta, dovrà compiere un ulteriore sforzo di apprendimento per avvicinarsi al concetto veramente espresso. Una delle problematiche più importanti e al contempo più sottovalutate e trascurate è quella della lingua. Questa è una di quelle ovvietà assolutamente fondamentali che come tutte le ovvietà è generatrice latente di ignoranza e confusione.
Per esprimere, nominare, descrivere, definire un determinato oggetto o concetto è necessario utilizzare dei termini.
Il significato che l'uditore attribuisce a questi termini condiziona la sua capacità di comprensione dell'oggetto o del concetto.
Il significato che la lingua attribuisce a questi termini condiziona la comprensione dell'uditore, e la possibilità di espressione dell'oratore.
Quindi esistono due fattori che possono incidere sulla comprensione:
l'ignoranza della lingua da parte dell'uditore
l'assenza di termini univoci e ben definiti nella lingua
Il primo punto è di facile soluzione e comunque non ci riguarda.
Il secondo punto invece è fondamentale per tutti, eruditi e no.
La lingua è uno strumento per comunicare. Ogni parola è uno strumento di comprensione e descrizione. Se lo strumento non è preciso la descrizione e la comprensione non saranno precise.
L'oratore non può prescindere da queste realtà.
Quando l'obiettivo dell'oratore è quello di trasmettere concetti e oggetti che non trovano univoci termini, ben definiti nella lingua corrente, è costretto ad utilizzare più parole per riuscire a raggiungere il suo obiettivo.
È possibile utilizzare efficacemente questo procedimento quando gli oggetti e concetti da descrivere sono molto limitati, e le loro caratteristiche sono comunque definibili con termini univoci e chiari, quindi la composizione delle parole risulta essere una somma d'addendi che porta al risultato che si vuole ottenere.
Se non esistono termini univoci e chiari per i concetti e oggetti, o parti di questi, che l'oratore vuole esprimere, questa somma non porterà mai al risultato cercato.
Nella definizione e comprensione dell'Omeopatia accade proprio questo.
(Marcello Mosconi - Omeopata -)
(Il testo integrale è visibile su www.naturalmail.it rubriche)


AMBULATORIO VETERINARIO

Esperienze in Zootecnia sull'utilizzo della tecnica del T.F.F. (Trasferimento del Farmaco in Frequenza)


La memoria dell'acqua potrebbe evocare una sorta di mistero, ma non lo è, per chi utilizza una tecnica che non ha niente di particolarmente strano; si tratta di trasferire in un supporto liquido o solido segnali elettromagnetici, deboli ma attivi che possono poi essere impiegati nell'organismo vivente recettore vegetale, animale e umano.
Con questa premessa vorrei esporre brevemente la mia esperienza in campo veterinario che tuttora continua, sull'opportunità di sfruttare campi elettromagnetici deboli prodotti da strumenti d'alta tecnologia (Mora, Vega, Bicom, Sit trans), in grado di riprodurre l'effetto di un segnale terapeutico sugli animali.
L'interesse per l'elettronica e per le tecniche biolettroniche alternative, mi ha spinto alcuni anni fa, ad iniziare le prime prove in campo sul T.F.F, trasferendo su flaconi di soluzioni idroalcoliche il segnale in entrata di vari antibiotici, come sostitutivo dei veri antibiotici, eliminando il problema dei tempi di sospensione legati ai residui presenti nelle produzioni zootecniche (latte, formaggi e carni).
Nel 1994, presentai questo primo lavoro su circa 300 capi d'alcune aziende dell'Appennino modenese, dimostrando come il livello di leucociti nel latte, che per noi significa alterazione funzionale e anatomica della mammella, può diminuire a seguito del trattamento delle bovine col T.F.F.
Dopo questa prima grossa esperienza, presentata al primo congresso internazionale sul T.F.F. a Torino, ho continuato con vari casi su singoli animali sia nell'attività su piccoli animali, sia su alcuni casi in grossi animali (bovini e cavalli).
La maggior frequenza riguardava l'impiego di T.F.F. d'antinfiammatori, che dovevano essere somministrati agli animali per lunghi periodi, permettendo di agire con la soluzione T.F.F. al posto del farmaco chimico vero e proprio.
Attualmente con vari accorgimenti, ho standardizzato il metodo in campo zootecnico grazie alla collaborazione con la ditta Biotrade di Mirandola (Modena) e il Centro Studi di Medicine Naturali CESMEN DI Falciano RSM; attraverso un'indagine con metodi di ricerca biolettronici, che derivano dalla diagnostica energetica dell'elettroagopuntura, siamo in grado di personalizzare l'intervento con soluzioni orali idroalcoliche ed ultimamente, con la stessa efficacia su un supporto di silice, terapie di massa che si basano sull'inversione della biomassa dell'allevamento con la Mora ed un trasferimento combinato con prodotti omeopatici e fitoterapici su silice.
In questo modo dapprima facciamo eseguire in azienda un trattamento di drenaggio degli animali con prodotti fitoterapici in mangime, poi interveniamo con un prodotto che definiamo per convenzione "isoterapico d'allevamento", che rappresenta l'evoluzione del T.F.F. a livello pratico.
Possiamo documentare circa un migliaio d'interventi anche in situazioni in cui la terapia tradizionale non aveva avuto un risultato accettabile dal punto di vista sanitario ed economico, come dobbiamo costatare i limiti della tecnica che in certi casi non ha dato i risultati sperati.
Dove non abbiamo raggiunto l'obiettivo, abbiamo innescato un meccanismo di guarigione naturale, cioè abbiamo provocato un'inversione della malattia cronica negli animali, con regressione, cioè con manifestazione di vecchie patologie presenti in passato, che sono comparse nella loro virulenza, creando situazioni di gestione critica della malattia con metodi naturali e preoccupazione degli allevatori per i possibili risvolti economici legati ai tempi più lunghi di recupero delle difese naturali degli animali.
Basandoci sulla nostra esperienza e non su dati o ipotesi teoriche, continuiamo su questa strada anche se le cause scientifiche del fenomeno non sono ancora note all'attuale livello di ricerca tecnologica, ci accontentiamo del risultato, della salute degli animali e la salubrità delle produzioni zootecniche, incoraggiati dal detto di Leonardo da Vinci: "La scienza è l'esperienza".
(Francesco Dott. Vignoli - Veterinario in Castelfranco E.- iriwind@inwind.it )

L'ANGOLO DEL RADIONICO

La ricerca sul cancro.
Mai nella storia si è visto un movimento di capitali tanto importante.
Dire ricerca sul cancro ormai significa nell'immaginario collettivo quanto di meglio e di più sia possibile fare per migliorare le nostre possibilità contro questo flagello. Ognuno di noi ha avuto un caso vicino, non c'è ormai più nessuna famiglia che non ne abbia vissuto le conseguenze.
Fra le iniziative che ormai prenotano ogni fine settimana, peraltro tutte moralmente meritevoli, questa della ricerca per il cancro è presente molto più spesso delle altre sia in televisione che nella carta stampata. Ogni certo numero di anni viene devoluta alla ricerca su questo flagello una porzione eccezionale di capitali, ricordo il presidente Reagan che dichiarò di essere intenzionato a volerlo sconfiggere definitivamente e così parlando e spendendo abbiamo superato il millennio senza poter cantare vittoria, ancora.
Certamente, i discorsi ufficiali dell'interno della struttura volta alla ricerca, cioè di coloro che vogliono essere gli unici a poter disporre dei capitali a disposizione, sono sempre trionfalistici, a volte perfino, se siamo capaci di decriptare il non espresso, vicini al vero quando dicono che si muore ancora, ma certamente si muore meglio, e percentualmente di meno.
Sarebbe il caso di andare a chiedere a quello che muore per il suo cancro non guarito se è poi felice di entrare in una percentuale molto migliorata rispetto a quella di vent'anni prima.
Io la vedo diversamente, chi muore sta dentro al 100% delle possibilità a lui contrarie, credo che se ne freghi altamente di altri tipi di discorsi.
(Diego Melandri - Radionico)
(Il testo integrale è visibile su www.naturalmail.it rubriche)

E-MAIL ALL'EDITORE

Ci scrive un nostro lettore:
Francamente crediamo che l'Omeopatia sia un grande imbroglio e facciamo propaganda per dissuadere i gonzi dal credere che abbia un qualche effetto terapeutico.
Abbiamo letto recentemente che un giudice di Catania (Scandinavia) ha rinviato a giudizio Piero Angela per una trasmissione contro l'Omeopatia fatta da Quark e della quale un nostro iscritto ci ha inviato la cassetta.
Ma questo è il paese che crede anche a Di Bella!
QdV (Ass. Qualità della Vita)

Rispondiamo:


E' vero l'Omeopatia non ha effetti terapeutici ma la Medicina Omeopatica sì.
Sto scherzando, un poco, ma sarei veramente curioso di sapere se conoscete la differenza e sorpreso di sapere che la conosciate, ma non è possibile per la frase d'esordio, magari poi V'interrogo come farò coi signori del CICAP se avranno la bontà di studiare.
Sono sorpreso, ma non troppo, perché lo fanno anche altri ben più eterotitolati e colpevoli di Voi, dalla disinvoltura con la quale vi assumete la responsabilità di consigliare persone, magari bisognose, su una branca della Medicina (che, ricordate, è sempre una ed una sola ed ha l'obiettivo unico della guarigione del Malato nel rispetto della sua totalità ed individualità) di cui siete per nulla a conoscenza dissuadendole, deviandole da una scelta che magari potrebbe giovare od, addirittura, essere risolutiva.
Non deve essere una guerra ideologica, ma una battaglia per ottenere un risultato condiviso: la salute col minimo rischio ed il miglioramento della qualità della vita.
Normalmente non è questo il livello al quale decido di comunicare perché ritengo che, per una sana dialettica, sia necessario che entrambe le parti posseggano le nozioni di base della Materia di cui si discute; se le possedessero, questa discussione non avverrebbe più e le asserzioni sarebbero diverse da quelle poste nell'evidente mancanza di conoscenza dell'argomento che sono costretto a supporre sia il caso dello scrivente.
(Paolo Dr. Mosconi - Medico Omeopata -)
(Il testo integrale è visibile su www.naturalmail.it rubriche)


LA PULCE NELL'ORECCHIO

Una società democratica che si rispetti dovrebbe basarsi sul principio del consenso dei governati.
Questo concetto è stato universalmente accettato, ma può essere messo in discussione perché troppo forte o troppo debole: troppo forte quando implica che la gente debba essere governata e controllata, troppo debole in quanto perfino i governanti più brutali ricercano in qualche misura il consenso dei governati, e generalmente lo ottengono, non solo con la forza.
Con queste parole inizia l'interessantissimo articolo scritto da N.Chomsky dal titolo "Consenso senza consenso: riflessione sulla teoria e sulla pratica della democrazia".
Ciò sul quale il politologo americano cerca di metterci in guardia è il fatto che a governare e a comandare non sono i nostri rappresentanti politici ma sono delle elite, che utilizzano le armi della propaganda e della paura, o meglio del terrore, che attanaglia i ceti medi delle società cosiddette evolute per i propri scopi.
La sensazione che si ha leggendo le parole Chomsky, è la stessa che si può provare immergendosi negli attualissimi avvenimenti descritti nel profetico libro "1984" di G. Orwell.
È facilmente condivisibile l'idea secondo la quale "quando si parla di popolo si intende soprattutto la parte più razionale mentre il volgo ignorante non è all'altezza di giudicare il modo di governare".
Secondo la moderna teoria politica - scrive Chomsky citando Madison - i diritti della proprietà delle persone devono essere protetti, giungendo ad affermare subito dopo che "non esistono diritti di proprietà ma solo diritti alla proprietà, vale a dire i diritti della persona che ha delle proprietà" e quindi, "da quelli senza proprietà, o con la speranza di averne, non ci si può aspettare sufficiente simpatia verso i diritti sulla proprietà stessa".
È facile immaginare le conseguenze di questi ragionamenti. La mente infatti va immediatamente a quella che alla fine del secolo scorso veniva considerata la nazione rappresentante del miglior sistema democratico mondiale.
Il problema comunque verte principalmente sulla capacità di queste elite di manipolare la coscienza delle masse anzi di farne addirittura un potente alleato. In questo bisogna comunque ammettere che le parole del segretario di Stato Dulles al National Security Council il quale ammetteva il fatto che "gli Stati Uniti sono terribilmente arretrati rispetto ai sovietici nello sviluppo dei metodi di controllo delle menti e delle emozioni della gente semplice.
La capacità dei comunisti nel controllare i movimenti di massa sta principalmente nel fatto che è alla gente povera che essi fanno appello, mentre hanno sempre voluto saccheggiare I ricchi". Egli continua affermando che noi, riferito agli Stati Uniti, troviamo molte difficoltà a persuadere la gente ad accettare le nostre dottrine, ossia che il ricco saccheggi povero.
In pratica ci sentiamo di approvare in pieno le parole di Madison il quale sostiene che un governo del popolo, senza informazione al popolo, o senza mezzi per acquisirla è solo un prologo a una farsa o a una tragedia, o forse ambedue.
I fatti che stanno avvenendo in questi ultimi mesi ci inducono a riproporre le parole di Chomsky, una delle voci più scomode della coscienza americana.
L'obiettivo che il famoso politologo si pone non è tanto quello di svolgere il ruolo di polemista o di estremista in una situazione tanto delicata come quella che viviamo oggi ma di dare una voce al dissenso che serpeggia nella coscienza collettiva delle società occidentali prima tra le quali proprio gli Stati Uniti. E' di fondamentale importanza per tutti noi soprattutto adesso, mantenere la giusta prospettiva sugli avvenimenti politici attuali. Il rischio è quello di cedere alla propaganda e alla disinformazione orchestrata al fine di confonderci e spingerci a sentimenti di odio, di disprezzo, di l'insicurezza, e di perenne paura di una minaccia. Finita oramai l'epoca della paura comunista, le elite globali stanno cercando di trovare nuove giustificazioni agli aumenti sproporzionati dei finanziamenti all'industria bellica e tecnologica.
Il tutto come ci rivela Chomsky al fine di trasferire sempre più ingenti finanziamenti pubblici nelle mani di aziende private per il tramite di organismi governativi come il Pentagono in modo da garantire a queste società una maggiore liquidità e maggiori strumenti per navigare nel difficile, quasi impossibile, libero mercato.
Lo scopo è quello dell'indottrinamento, soprattutto rivolto ai più giovani, per far tornare così il popolo alla usuale passività e obbedienza.
E di fondamentale importanza mantenere una certa attenzione a tutti gli avvenimenti, far circolare le informazioni che mai come in quest'epoca rischiano veramente di non raggiungere il pubblico.
E il paradosso della società dell'informazione.
Sino a quando esisteranno voci non allineate, ognuno avrà almeno una possibilità per porsi domande non preconfezionate.
Il nostro scopo come quello di tanti altri siti sorti negli ultimi anni è quello di mantenere viva quella coscienza critica nei confronti delle verità delle grosse multinazionali dell'informazione.
(Stefano Dott. Calanca - Sociologo -)

LEGGENDO, LEGGENDO………..

11 Settembre
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SEGNALAZIONI

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