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Poveri sensitivi!

L'ANGOLO DEL RADIONICO - a cura di Diego Melandri, radionico

POVERI SENSITIVI!!!

Per sensitivi intendo coloro che, con le più diverse gradazioni, hanno particolari modi di sentire, che ricevono segnali che altri non captano, che vedono cose che la maggior parte delle altre persone non colgono, che ricevono comunicazioni da dimensioni non conosciute, e via dicendo.
Sembrerebbero ad una prima valutazione, individui al di sopra della media degli altri, non fosse altro che per il fatto di avere una dote o in più o maggiormente sviluppata rispetto alla generalità.
Già il fatto di potersi ritenere un gradino al di sopra della massa è una forma di stimolo, per cui coloro che avvertono in sé questa capacità, tendono a conservarla, anzi a dichiararla alla prima occasione possibile, oppure a farne la propria caratteristica di vita.
Concorre a questo il fatto che le persone "sensibili" tendono a fissarsi nella memoria delle altre persone "brute" prima per la loro dote che per qualsiasi altra qualità posseduta.
La sensitività esiste nei rapporti umani come una barriera, nel senso che l'imbarazzo nel trattare con una persona definita o sedicente tale esiste solo dalla parte dell'interlocutore, mettendo così il sensitivo nella condizione di essere giustificato in quello che dice o in quello che fa in nome di una virtù che perdona molte coloriture di comportamento o la particolarità di certe affermazioni.
Questo comporta che un certo numero di persone sensitive si siano compiaciute di se stesse senza dare un senso o una profondità a quanto, forse, sono in grado di sentire.
Questo impatto con un numero sempre più congruo di sensitivi, era in certo qual modo stato preannunciato dall'avvento dell'età dell'Acquario, la quale, facendo entrare in contatto tutta l'Umanità con vibrazioni sempre più sottili, avrebbe messo in comunicazione un numero più elevato di persone con le sottili dimensioni provenienti dall'Infinito.
Quindi, oggi ci sono moltissime persone che affermano la loro sensitività, sta a noi che non possediamo virtù particolari, e siamo ancora la maggioranza, cercare la differenza fra coloro che dicono la prima cosa che frulla loro nel cervello, coloro che captano cose particolari, ma che non hanno nessun utile per la vita di tutti i giorni, e finalmente i sensitivi veri, cioè coloro che dicono cose che hanno un senso comprensibile, e che quindi possono fornire una qualche specie di aiuto agli individui più semplici.
Forse siamo tutti sensitivi. Io per esempio, che non mi definisco tale, quando lascio libero accesso al mio cervello destro, ho delle premonizioni perfettamente inutilizzabili, come quella di vedere per prima una auto nera appena svoltato l'angolo: cosa che si avvera, ma che regolarmente mi fa sorridere proprio per la sua inutilità.
Questo "forse siamo tutti.." l'ho sentito altre volte, per esempio agli inizi della mia pratica Radioestesica, con buona pace, perché questa dà licenza a persone poco equilibrate e poco affidabili di esprimere informazioni molto spesso sbagliate.
Le persone sensitive vere vanno considerata con rispetto, perché prima di aver scelto di orientare la propria vita in funzione della loro dote, hanno sofferto una quantità di dileggi diretti o indiretti, fra cui parecchi di quegli scuotimenti di testa che significano perlomeno una forma di innocua pazzia.
Quello che io rimprovero ai sensitivi sta dentro a due considerazioni: la prima che non si proteggono abbastanza, e la seconda che con troppa facilità si lasciano prendere dalla quantità di cose che sono capaci di captare senza cercare una tematica, un affinamento, una finalità concreta.
Rimprovero alla media dei sensitivi di non cercare le informazioni che sarebbero loro utili, dato che sono capaci di contattare dimensioni diverse da quella strettamente fisica.
La cosiddetta canalizzazione altro non è che una forma di apertura, che può lasciare il posto anche a forme d'energia della medesima provenienza ma del versante malevolo, che sono capaci di creare notevoli danni.
Chiunque oggi si dichiari sensitivo, ha sicuramente alle spalle anni di esperienze non protette, la somma delle quali li ha certamente resi estremamente deboli e delicati nel loro campo energetico totale.
Possedere un campo energetico robusto, a differenza di un altro debole e frusto è la stessa differenza che c'è nell'andare sotto la pioggia con una cerata addosso e in maglietta.
Le gocce si sentono ugualmente, solo che una persona sola si bagna.
Il fisico del ruolo parla per la maggior parte di essi.
Dice il saggio di guardare l'aspetto del cuoco prima di mangiare alla sua mensa, se il cuoco è grasso, lo sarà con ogni probabilità anche la cucina che ammannisce ai suoi clienti; così è anche per i sensitivi, la maggior parte dei quali non ha certo un aspetto radioso, anzi.
Altro fattore di pericolo va considerato il fatto che i sensitivi sono i portatori e i propagatori dell'energia nefasta che scende dall'astrale terra, creatrice di problemi agli umani, anche se non ne subiscono direttamente le conseguenze.
Il piano astrale della terra è come una grande centrale elettrica, che manda energia verso il basso, un'energia che deve essere diffusa, e i sensitivi sono i tralicci.
Essi sono i conduttori di quel che non si vede, cioè di ciò che gli altri non vedono, ma che tuttavia esiste: una notte di nebbia intensa e molto umida può mostrare l'alone di energia che investe un traliccio, altrimenti è impossibile vederla.
Ecco, il sensitivo dovrebbe rendersi conto di esercitare un ruolo simile, e che il suo contatto con un'alta forma di energia è piuttosto frequente, per qualcuno lo è in forma continuata, ecco perché dovrebbe proteggersi come e più di un non sensitivo.
Anche un traliccio dell'alta tensione è sottoposto a manutenzione e al controllo dell'integrità dei suoi isolatori, ma il sensitivo no, non si controlla e non si difende, forse ha paura di cedere un po' del suo potenziale cercando presso qualcun altro i mezzi e le informazioni sulla sua protezione.
Ecco allora che il sensitivo subisce e paga sul suo corpo e il suo sistema nervoso è sottoposto a stress in continuazione e a lungo.
Condotta temeraria e assai pericolosa, non si può essere dei sensitivi e continuare per tutta la vita a dar credito a protezioni particolari o condiscendenze spirituali di qualche tipo.
Se così è, cioè se esiste realmente un protettore disincarnato, meglio; ma secondo me la categoria dei sensitivi avrebbe bisogno di tagliandi di verifica dello stato energetico assai frequenti, anzi frequentissimi.
Sempre rimanendo nell'ambito dei sensitivi veri, questi dovrebbero affinare la propria capacità di comunicazione onde ottenere risposte comprensibili, portando avanti le loro prove fino al raggiungimento di questo fine.
Diversamente, pur cogliendo un senso infinito, pur avendo la possibilità di passare alla storia come Nostradamus o alla leggenda come Cassandra, non daranno mai un senso finito ai loro "responsi".
Nostradamus l'aveva sempre predetto dopo che un evento si è già verificato, e Cassandra dopo tremila anni è ancora incompresa nel dire ai Troiani: "difendetevi con mura di legno".
Cosa voleva dire Cassandra?
Forse che i Troiani dovevano fabbricarsi delle navi per fuggire via da una guerra che lei stessa percepiva funesta?
Ma non seppe o non volle essere più chiara e Troia fu regolarmente distrutta, assieme a Cassandra.
Affermo che non basta al sensitivo cogliere l'informazione, dove esso solo la può cogliere, e riferirla tale e quale, poco o nulla comprensibile, ma dovrebbe impegnarsi per crearsi una chiave interpretativa di quanto è capace di cogliere per poter riferire in modo comprensibile e utilizzabile l'informazione stessa.
La maggior parte dei sensitivi inoltre non è capace di creare una discriminazione netta fra la capacità di percepire e la necessità di vivere la quotidianità, la loro radio è sempre accesa, non si spegne mai.
Sarebbe augurabile che ognuno di loro potesse attivare la qualità che possiede a comando, quando vuole, quando viene richiesta, e lasciar scorrere il resto degli eventi e le relazioni fra persone senza l'intervento non richiesto, vincolante, certe volte pesante di quanto continuano a vedere o a sentire.
Farò l'esempio di una sensitiva con la quale mi sono trovato in ripetute occasioni, la quale era del tipo succube, ogni volta aveva un disturbo, ogni ristorante aveva elementi invisibili di disturbo, insomma, mai una volta che si sia potuto gustare una cena tranquilli con lei presente.
Ecco, il sensitivo dovrebbe fare in modo da non essere schiavizzato dalla propria particolare capacità, e soprattutto dovrebbe fare in modo che, nell'impossibilità di disattivarsi a quel livello, la sua sensibilità non risulti debordante o disturbante.
Mi augurerei una schiera nuova di sensitivi, saldi e protetti energeticamente, disinvolti e tranquilli, sostanzialmente normali nei rapporti con gli altri, quindi interessanti ed utili da ascoltare in un momento condiviso e richiesto, fornitori di utili elementi circa la vita o la post-vita.
Il sensitivo quindi come persona particolare ma gradevole, e se così non fosse nella sua pulsione istintuale, che sia capace di adottare un comportamento costruttivo e nello stesso tempo efficace.
L'esempio tipico è quello, secondo me, di Rosemary Althea, più volte vista all'opera in televisione nel programma di Costanzo.
Dà il suo operato solo su richiesta, si dichiara non responsabile di quanto afferma perché tutto quello che esprime le viene suggerito da un'entità disincarnata chiamata Aquila Grigia, e infine ha solo parole di incoraggiamento per coloro che sono afflitti e affranti dalla perdita luttuosa che hanno subito.
Le sue parole attutiscono un dolore ben comprensibile, tendono a far progredire le persone verso una rassegnata normalità, ad accettare il futuro in modo più sereno.
Forse l'Althea vede o si sente suggerire anche qualcos'altro?
Lei non lo dice, nessun altro lo può sapere.
Se tace i tormenti di una qualche anima, il bene che fa tacendo è senz'altro superiore al male che farebbe riferendolo.

(Diego Melandri - Radionico -)


 
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