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Radionica
Floriterapia di Bach mirata
L'ANGOLO DEL RADIONICO - a cura di Diego Melandri,
radionico
Floriterapia di Bach mirata.
Sono del tutto favorevole alla diffusione
della metodologia di cura tramite i fiori di Bach, ma vorrei
qui puntualizzare alcune questioni al riguardo che mi stanno
particolarmente a cuore e anche da tempo sulla punta
della
tastiera del p.c.
Primariamente, devo asserire a beneficio dei terapeuti che
adoperano i fiori di Bach che è possibile e probabile
che non tutti i fiori di Bach in commercio contengano l'informazione.
Se qualche terapeuta ha avuto la sensazione che i preparati
a base floreale non andassero puntualmente a segno, questo
è il motivo.
La seconda problematica che volevo sottolineare è quella
dell'individualizzazione del fiore.
Due sono i metodi ricorrenti:
Il primo, che io rifiuto totalmente è quello della
pura casualità, che ho visto personalmente applicare,
il quale disconosce qualsiasi personalizzazione del fiore
affidandone la scelta ad una casualità che toglie ogni
merito a chi lo consiglia e svilisce tutta la ricerca meritoria
che sta a monte dei 39 fiori.
Il secondo metodo è quello della base culturale: da
una parte sta il terapeuta che, a seconda di quanto viene
esternato dal soggetto, cerca di indirizzare l'azione terapeutica
di un fiore specifico. Metodo questo che non svilisce gli
studi di Bach, ma che contiene un fattore di errore possibile
proprio in quanto viene espresso dal soggetto. Non dimentichiamo
che la floriterapia di Bach tende ad alleggerire uno stato
emotivo che disarmonizza il soggetto portandolo spesso verso
espressioni sintomatiche più o meno importanti.
Il nodo sta proprio in questo: quanta garanzia possiamo avere
che il soggetto esprima il vero stato emotivo responsabile
della sua situazione che l'ha portato davanti al terapeuta?
Gli psicologi sanno benissimo che il soggetto tende a mascherare
il vero problema emotivo che sta covando, o perlomeno tende
a non rivelare quello più importante, quello più
pesante, che sempre secondo le teorie della psicanalisi, potrebbe
emergere dopo un esagerato numero di colloqui con lo specialista.
Il floriterapeuta ha invece la precisa necessità di
azzeccare il fiore di Bach giusto per il soggetto subito,
la prima volta, altrimenti corre il rischio di non rivedere
più il cliente. A questo livello devo dire che trovo
molta sicumera in coloro che consigliano i fiori di Bach,
cioè vedo che hanno gran fiducia in se stessi o forse
in ultima analisi nella loro buona sorte, non credo però
con risultati percentualmente elevati.
Ultima osservazione, e credo la più importante, vedo
che i fiori di Bach (postulato benevolmente che siano quelli
giusti) sono proposti per tutti allo stesso modo, cioè
due o tre gocce diluite in una base standard di 10 cc o 30
cc. Io chiamo questa la mentalità dell'aspirina, che
è proposta in modo univoco per tutti gli individui
del mondo, cosa che si discosta fortemente dalla radicata
opinione della medicina naturale, che è quella della
personalizzazione del rimedio, vedono l'omeopatia. L'omeopatia
valuta l'esatta diluizione capace di agire nelle situazioni
in cui si trova un soggetto specifico, e questo da sempre,
considerando poi che il rimedio viene proposto diverso seguendo
delle sottilissime variabili individuali sia di struttura
che di comportamento del soggetto da trattare.
Ora mi desta grande sorpresa i come vengono proposti invece
i fiori di Bach, che mi sembra più vicina alla maniera
adottata dalla medicina chimica che non alle metodiche delle
medicina naturali.
La personalizzazione dovrebbe essere un obbligo imprescindibile,
come invece mi sembra non venga fatto disinvoltamente con
i rimedi floreali.
La medicina chimica stessa, nelle sue espressioni migliori
e più sensibili, cerca di avvicinarsi, anzi si può
dire che abbia adottato il criterio della personalizzazione,
allo scopo dichiarato di impegnare minori energie del soggetto
nel volgere a suo beneficio il principio e quindi l'informazione
contenuta nel medicinale.
Cito un caso per tutti: gli studi del dr. Di Bella valutano
la situazione dei globuli bianchi del soggetto in cura per
personalizzare le dosi dei farmaci, allo scopo di fornire
la giusta quantità che non vada a incidere sulle capacità
di autoguarigione e di difesa del soggetto trattato.
Di Bella è arrivato al principio irrinunciabile ed
autoconvincente che tutto ciò che viene propinato in
dosi inesatte impegna l'organismo ad elaborare l'informazione
ricevuta in modo più o meno oneroso per far sì
che la informazione stessa sia utilizzabile dall'organismo.
Di Bella giustamente valuta che l'energia impegnata in questo
tipo di attività che viene forzatamente innescata dall'introduzione
di una nuova informazione, può abbassare i livelli
di immunità e di difesa.
Non vedo perché quindi i rimedi floreali debbano venir
preparati con la stessa modalità per tutti, accontentandosi,
posto che sia così, di propinare l'informazione del
fiore giusto, che impegnerà invariabilmente l'organismo
nel lavoro necessario per renderla utilizzabile.
Pratichiamo una medicina naturale omettendo il suo basilare
principio?
Secondo me, nulla vieta di considerare il fiore di Bach alla
stregua di qualsiasi altro rimedio, che poi vada ad agire
preferibilmente su una sfera emotiva lo considero solamente
una sfumatura della questione, esso va considerato primariamente
come un'informazione entrante, che ha una sua variabile nella
diluizione proposta in quanto indirizzata ad un individuo
specifico, unico ed irripetibile, a cui vogliamo fornire un
servizio utile ed immediato, non un impegno suppletivo di
lavorazione ed elaborazione della informazione floreale stessa.
A questo punto sento il dovere di esternare il metodo radionico
di selezione e di personalizzazione del rimedio floreale di
Bach.
Il soggetto analizzato, per via della sua situazione emotiva,
presenterà una situazione di tensione o di agitazione,
una sola delle quali verrà denunciata all'analisi strumentale
e come tale verrà fissata come primo elemento di selezione.
Lo stato denunciato avrà agito sul sistema nervoso
del soggetto e presenteremo alla macchina l'alternativa del
sistema nervoso centrale o di quello autonomo e qui avremo
il secondo elemento vincolante correlato alla situazione emotiva
del soggetto studiato.
Su questa base viene scelto un rimedio capace di interagire
sulla situazione denunciata, che secondo la mia casistica
è quasi sempre uno solo, ma può essere anche
una combinazione di più d'uno.
A questo punto avremo un rimedio floreale capace di agire.
La metodologia che io applico, a questo punto prende l'informazione
pura del fiore emerso, primo elemento, lo mette a confronto
col soggetto, secondo elemento, e chiede ad una nuova apparecchiatura
quale sia la diluizione che crei una armonia con i dati già
fissati, e puntualmente questa sarà trovata.
Il fiore di Bach verrà fornito in grado già
dal primo momento di attualizzare quanto è capace,
senza far appello a niente di suppletivo a livello energetico.
Il merito va tutto al metodo, così come l'ho esposto,
quasi per intero a mia tutela, ma nulla vieta a chiunque di
impadronirsi della tecnica che io conosco, perché di
essa non sono geloso, la custodisco solamente con riguardo,
ma sempre a disposizione di nuovi adepti.
(Diego Melandri - Radionico -)
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