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Radionica L'ANGOLO DEL RADIONICO - a cura di Diego Melandri, radionico L’OMBRA COME CONCEZIONE PSICOLOGICA ED ESOTERICACos’è l’ombra per gli esseri umani? Può essere qualcosa di diverso che non una conseguenza ottica? Qual è il significato non svelato della espressione: “qualcuno che ci fa ombra”? Questa sensazione è invero di più che qualcosa che si frapponga fra noi e una sorgente luminosa. Ogni tanto la letteratura riparla dell’ombra, sottolineando la perdita di disinvoltura ed addirittura l’ansia di chi l’ha persa, oppure le avventure intercorse ad un protagonista per riappropriarsene.Tutti ricordano Peter Pan, ma forse non tutti ricordano che tutta l’avventura comincia perché il protagonista ha perso l’ombra; perfino Topolino in una sua antica storia aveva perso la sua ombra; esiste anche una canzone del menestrello Branduardi che dice: …”l’ombra ti rubò ed ora tu sei ammalata..” Carl Gustav Jung riscoprì l’importanza dell’ombra per il percorso psicologico umano, attingendo sicuramente a fonti molto antiche ma poco conosciute. Solo i radionici, tuttavia, facendo propria la teoria di Jung, sono arrivati a trovare sistemi operativi per indagare sull’ombra ed agire su di essa per normalizzarla. Definiamo l’ombra come concetto psicologico ed anche esoterico come tutto ciò che di noi stessi non vogliamo rendere evidente a nessun altro. Nel nostro intimo ognuno di noi custodisce più o meno coscientemente la esagerazione in negativo di quanto mostriamo normalmente a tutti nei nostri atteggiamenti. Ad esempio l’ombra di un chirurgo è il macellaio, l’ombra di uno scrittore è un analfabeta, l’ombra di una persona attiva e creativa è una persona ignava, l’ombra di un poliziotto è un delinquente incallito, l’ombra di una moglie fedele è una moglie fedifraga, l’ombra del moralista è il trasgressore, l’ombra di un fondamentalista religioso è un grande peccatore, l’ombra di una persona morigerata è l’epicureo gaudente. L’ombra è dunque quell’insieme di elementi che la mente conscia non può accettare, l’ombra è l’inverso. Essa fa parte dell’anima. L’ombra è l’entità delle nostre pulsioni rivolte verso il peggio contro cui lottiamo tutta la vita per riuscire a mantenerci in un “range” di comportamento accettabile dal nostro prossimo con cui entriamo in relazione. Alla luce di questo concetto, il nostro comportamento abitudinario, postulato che sia socialmente accettabile, appare come un elastico teso tra l’essere quello che gli altri vedono e l’essere molto peggio, una lotta sempre presente in ogni età della vita fra la fatica che ci costa l’erta di questo controllo e la decisione di rinunciare alla difficoltà per volgerci alla discesa più facile, ma rinunciando anche alla nostra dignità ed al nostro amor proprio. Ognuno di noi ha la sua ombra, che si mantiene in modo misurabile e stabile in situazioni normali, suscettibile poi di creare scompensi se la misura e la qualità dell’ombra si modifica. Una delle convinzioni fondamentali del sistema della radionica è che ogni manifestazione di qualsiasi tipo che l’uomo avverte su di sé, può avere origine da energie invisibili che operano ad un livello di densità molto Più sottile rispetto al corpo umano visibile e toccabile. Sostanzialmente, c’è una realtà energetica e attiva che opera ad un livello immanente rispetto al corpo fisico che è opportuno indagare prima di rivolgere l’attenzione al singolo sintomo o alla sindrome manifestata. L’ombra è un peso che noi sosteniamo per uno scopo utile, come l’equilibrista sul filo porta a spasso anche il peso della sua lunga asta perpendicolare al filo. Ogni persona ha la sua ombra, che rispecchia ovviamente anche il sesso del proprietario: uomo con ombra al maschile, donna con ombra al femminile. Ogni persona di sesso maschile dovrà avere un’ombra al femminile con valore zero, come ogni donna dovrà avere un’ombra al maschile di valore zero. Ogni persona che all’indagine risulti avere in carico un’ombra dall’altro sesso, ovviamente ne ha ricevuto il peso da parte di una persona di sesso contrario che, a sua volta, dovrà risolvere il problema della mancanza della propria ombra. La persona con carichi sbagliati riguardo all’ombra, è paragonabile all’equilibrista sul filo che è costretto a lavorare senza l’asta di supporto oppure che è costretto a lavorare con un’asta di lunghezza inferiore e per giunta protratta da una parte sola. Se consideriamo il caso di un valore d’ombra superiore al normale, si tratta realmente del caso in cui qualcuno sta cercando di fare ombra nella vita attuale. Il peso diciamo così “maggiorato” dell’ombra si colloca sempre a carico di un nostro organo, che può manifestare problemi di funzionamento. Se, ad esempio, il carico eccessivo dell’ombra andasse ad incidere sul nervo trigemino, responsabile primario della espressione del nostro viso, la nostra espressione mimica cambierebbe in peggio, mostrerebbe agli altri una parte inquietante del nostro intimo che gli altri non dovrebbero mai vedere. Esistono anche casi estremi dove si reperisce un valore inusuale e molto alto dell’ombra, caso evidente che molte persone assieme hanno ceduto la loro Ombra caricandola sulla stessa persona. Sono i casi di situazioni pesanti in famiglie numerose che spesso vivono patriarcalmente sotto lo stesso tetto. Infatti, il modo usuale in cui possiamo perdere la nostra ombra è quando il risentimento verso una determinata persona è talmente forte da sfuggire al nostro controllo, così da proiettare verso quella persona il carico del nostro peggio, la nostra ombra. Bisogna quindi fare molta attenzione a non farsi troppo trascinare da emozioni negative forti come l’odio o l’ira, perché possono portare alla perdita della nostra ombra. Le persone che hanno in corso squilibri della propria ombra vivono piuttosto male il rapporto con loro stessi e con gli altri, si sentono fuori equilibrio senza sapere il vero motivo, ed in questo non vengono certo aiutate dal loro mentale che proporrà sempre nuove cause scusanti esterne, sia casuali che a causa dei comportamenti di altri. Queste persone scontano con frequenza il loro scarso equilibrio interiore manifestando indici di tolleranza estremamente bassi, quindi da un lato sofferenti e dall’altro certamente insofferenti, alla lunga incapaci di destare amorose attenzioni nei loro riguardi. Appare logico che queste persone debbano venire aiutate, ma come ogni genere di aiuto, ci dev’essere il concorso di una convinzione e di una compartecipazione totale, resa difficile primariamente dal fatto che le informazioni sull’ombra Sono scarse, se non finora addirittura nascoste, per cui non è affatto facile parlare di ombra e di problemi relativi a chi non ne sa niente, col pericolo di essere male capiti, se non addirittura sospettati. La consolazione consiste nell’essere testimoni, cioè nell’affidare a chi lo richiede un dato effettivo, di cui poi la persona interessata farà quello che vuole, secondo il concetto del libero arbitrio, o secondo il tracciato forse inevitabile di quello che gli toccherà di vivere in questa esistenza. |
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